Eredità digitale: la guida per gestire social, cloud e criptovalute dopo la morte

La nostra vita lascia una traccia indelebile non solo nei ricordi di chi ci ama, ma anche nel vasto mondo digitale. Foto, profili social, email, documenti archiviati sul cloud e persino patrimoni in criptovalute compongono un’esistenza parallela, un patrimonio immateriale che, se non gestito, rischia di perdersi o di diventare un pesante fardello per i nostri cari. Questa è l’eredità digitale: la somma di tutti i nostri beni e dati online che necessita di una pianificazione attenta, proprio come quella del patrimonio fisico.

Affrontare questo argomento può sembrare complesso, ma è un fondamentale atto di responsabilità e amore. Significa proteggere la propria memoria, tutelare la privacy e, soprattutto, sollevare la famiglia da decisioni difficili e procedure complicate in un momento già segnato dal dolore. In un contesto come quello di Roma, dove la vita corre veloce anche online, pianificare la propria successione digitale è un passo essenziale.

Cos’è l’eredità digitale e perché è cruciale occuparsene

L’eredità digitale (o digital legacy) è l’insieme di tutti i beni, gli account, i file e le informazioni che un individuo crea e possiede su piattaforme digitali. Possiamo suddividerla in due categorie principali:

  1. Beni dal valore affettivo e personale: Comprendono i profili sui social network (Facebook, Instagram, LinkedIn), gli account email, i blog, le gallerie fotografiche su servizi cloud (Google Foto, iCloud, Dropbox) e i file personali archiviati online. Sono le tracce della nostra identità, delle nostre relazioni e dei nostri ricordi.
  2. Beni dal valore economico: In questa categoria rientrano asset tangibili come criptovalute (Bitcoin, Ethereum), conti PayPal, domini internet, e-commerce, crediti su piattaforme di gaming, e i diritti d’autore su opere digitali (musica, libri, fotografie).

Non pianificare la gestione di questo patrimonio comporta rischi concreti. Account social abbandonati possono diventare bersaglio di hacker. Ricordi preziosi, come le foto di una vita archiviate sul cloud, possono andare persi per sempre se nessuno possiede le credenziali per accedervi. E, cosa ancora più grave, beni economici di valore potrebbero svanire nel nulla, senza che gli eredi possano mai rivendicarli.

 

La gestione dei profili social: trasformare un account in un ricordo

I social media sono il diario pubblico delle nostre vite. Decidere cosa ne sarà dei nostri profili è una delle prime e più importanti scelte da compiere. Le principali piattaforme offrono strumenti specifici.

 

Facebook e Instagram: l’account commemorativo e il contatto erede

Meta, la società che controlla Facebook e Instagram, permette di scegliere in anticipo cosa accadrà al proprio account. Le opzioni sono due:

  • Nominare un contatto erede (solo Facebook): Si può designare una persona di fiducia che, dopo il decesso, potrà gestire limitatamente il profilo trasformato in “commemorativo”. Il contatto erede potrà scrivere un post fissato in alto, cambiare l’immagine del profilo e richiedere la rimozione dell’account, ma non potrà leggere i messaggi privati o cancellare vecchi post.
  • Richiedere l’eliminazione dell’account: È possibile impostare l’eliminazione definitiva del profilo dopo la propria morte.
  • Trasformazione in account commemorativo: Se non è stato designato un contatto erede, i familiari possono richiedere a Facebook di “memorializzare” l’account. Il profilo non apparirà più nei suggerimenti pubblici, ma amici e parenti potranno continuare a condividere ricordi sulla sua bacheca.

 

Google (Gmail, YouTube): il gestore di account inattivi

Google offre uno strumento proattivo ed estremamente efficace: il Gestore di Account Inattivi. Permette di decidere cosa fare dei propri dati se non si utilizza il proprio account per un determinato periodo di tempo (da 3 a 18 mesi). Si possono impostare le seguenti azioni:

  • Notificare contatti di fiducia: È possibile scegliere fino a 10 persone da avvisare quando l’account diventa inattivo, concedendo loro l’accesso a specifici dati (es. solo le foto, solo le email).
  • Eliminare l’account: Si può disporre la cancellazione automatica e definitiva di tutto l’account Google e dei dati associati.

Questo strumento è un eccellente esempio di pianificazione digitale responsabile.

 

Cloud e archivi digitali: come salvare e trasmettere i ricordi

I servizi di cloud storage come iCloud, Google Drive e Dropbox sono le casseforti dei nostri ricordi digitali. L’accesso a questi archivi è però protetto da rigide normative sulla privacy (come il GDPR), che impediscono alle società di fornire le credenziali ai familiari, anche dopo il decesso.

Come agire, quindi?

  • Apple Digital Legacy: Apple ha introdotto la funzione “Contatto Erede”. Si può designare una o più persone che, presentando un certificato di morte e una chiave d’accesso speciale generata in vita dall’utente, potranno accedere ai dati archiviati su iCloud (foto, note, documenti, ma non le password del portachiavi o i contenuti multimediali acquistati).
  • Creare un inventario: La soluzione più pratica è redigere un inventario dei propri account cloud. Questo documento non deve contenere le password, ma solo l’elenco dei servizi utilizzati e l’indicazione di dove trovare le credenziali.
  • Condivisione sicura: Le password possono essere custodite in un gestore di password (password manager) la cui chiave di accesso principale può essere affidata a una persona di assoluta fiducia o depositata presso un notaio.

 

Il patrimonio economico digitale: criptovalute, domini e altri beni

Questa è la parte più complessa e delicata della successione digitale, perché riguarda beni con un valore economico reale e spesso non regolamentati come gli asset tradizionali.

 

Criptovalute: il rischio della perdita totale

Il mondo delle criptovalute si basa su un principio ferreo: il possesso delle chiavi private. Se un erede non ha accesso alle chiavi private (la lunga stringa alfanumerica che autorizza le transazioni) di un portafoglio digitale (wallet), le criptovalute al suo interno sono irrecuperabili. Per sempre.

Per pianificare la successione delle criptovalute è indispensabile:

  1. Istruzioni chiare: Lasciare istruzioni dettagliate su quali criptovalute si possiedono, su quali wallet (hardware, software, exchange) sono custodite e, soprattutto, come accedere alle chiavi private o alle seed phrase (le parole di recupero).
  2. Custodia sicura: Queste istruzioni devono essere conservate in un luogo sicuro, come una cassetta di sicurezza o presso un notaio, e la loro esistenza deve essere nota all’esecutore testamentario.

 

Altri beni digitali di valore

Domini internet, account di e-commerce con un inventario, canali YouTube monetizzati, royalties da piattaforme di streaming o vendita di foto: tutti questi beni hanno un valore e devono essere inclusi nel testamento tradizionale. È fondamentale fornire agli eredi le informazioni necessarie per accedere a queste piattaforme e dimostrare la titolarità degli account per poter trasferire la proprietà.

 

Strumenti pratici per la pianificazione della tua eredità digitale

Organizzare la propria successione digitale non richiede competenze informatiche avanzate, ma solo metodo e lungimiranza.

  • L’inventario digitale: Create un documento (cartaceo o digitale criptato) che elenchi tutti i vostri asset online: social, email, cloud, conti online, criptovalute, abbonamenti.
  • Il “testamento digitale”: Affiancate al testamento legale un documento non ufficiale che fornisca indicazioni sulle vostre volontà per il mondo digitale. Indicate chi volete che gestisca i vostri profili social, a chi desiderate lasciare le vostre foto, e dove trovare le informazioni di accesso.
  • Il ruolo del notaio: Per i beni di valore economico, è cruciale consultare un notaio. Un professionista può aiutarvi a integrare correttamente gli asset digitali nel testamento, garantendo che la loro trasmissione avvenga nel pieno rispetto della legge.
  • L’esecutore digitale: Identificate una persona di fiducia, tecnologicamente competente, che possa agire come “esecutore digitale”, incaricata di mettere in pratica le vostre volontà online.

In Funeral Srl crediamo che onorare una persona significhi prendersi cura di ogni aspetto della sua vita, compresa quella digitale. Sebbene il nostro ruolo non sia quello di gestire tecnicamente questi asset, la nostra missione è supportare le famiglie a 360 gradi, offrendo informazioni chiare e indirizzandole, se necessario, verso professionisti qualificati per una gestione serena e consapevole anche di queste nuove sfide. Affrontare il tema dell’eredità digitale è l’ultimo, grande gesto di cura verso chi resta.

 

Domande frequenti (FAQ)

1. Qual è la differenza tra un “testamento digitale” e un testamento legale? Il testamento legale è un documento ufficiale, redatto secondo le forme previste dalla legge (olografo, pubblico, segreto), che dispone del proprio patrimonio fisico ed economico. Il “testamento digitale” è invece un documento informale, non legalmente vincolante, che serve come guida per i propri eredi, contenente l’inventario degli account e le volontà sulla gestione dei profili e dei dati personali online. È un complemento, non un sostituto, del testamento tradizionale.

2. I miei familiari potranno leggere le mie email e i miei messaggi privati dopo la mia morte? Dipende. Le leggi sulla privacy (come il GDPR) tutelano la corrispondenza e i dati personali anche post-mortem. Le piattaforme, per policy, non forniscono accesso ai contenuti privati. Tuttavia, se si lasciano le credenziali d’accesso ai propri eredi, questi avranno tecnicamente la possibilità di accedere. È una scelta personale decidere se condividere o meno queste informazioni, bilanciando il diritto alla privacy con il desiderio di non lasciare questioni in sospeso.

3. Cosa succede ai miei dati digitali se non pianifico nulla? In assenza di pianificazione, la maggior parte dei dati digitali finisce in un limbo. I profili social rimangono inattivi e vulnerabili, i file sul cloud diventano inaccessibili e dopo un po’ vengono cancellati dalle piattaforme, e i beni economici come le criptovalute vengono persi per sempre. La gestione diventa un onere per i familiari, che dovranno contattare ogni singolo servizio provider, spesso con procedure lunghe e frustranti e senza garanzia di successo.

4. Come posso richiedere la chiusura o la trasformazione dell’account social di un familiare deceduto? Tutte le principali piattaforme social hanno una procedura dedicata. Generalmente, è necessario fornire alla piattaforma un documento d’identità del richiedente e il certificato di morte della persona defunta. Visitando le sezioni “Help” o “Assistenza” di Facebook, Instagram, Google, ecc., e cercando termini come “account di una persona deceduta” o “memorializzazione”, si trovano i moduli e le istruzioni specifiche da seguire.